domenica 27 gennaio 2013

SECONDO BRUTTO RICORDO:FRANCESCO

Francesco sorride sulla soglia della porta. Ruggero non riesce a scorgere bene il viso dell'ex amico,è sfocato come quello degli altri. Anche se la sua anima sa benissimo chi sono e perchè si trovano lì. La casa è una classica costruzione di quelle che si trovano nei paesini di montagna:pietre e cemento,o sabbia?Non l'ha mai capito. Pur con un padre muratore che praticamente ha costruito la loro casa ,pietra su pietra. Lui però non andava fiero di quel suo genitore pragmatico e preso dalla politica, a lui piaceva abbandonarsi alla fantasia sfrenata .Lontano dagli altri,da tutto. Passava giorni interi nel bosco della montagna. Lui e Francesco.Sempre insieme. Fantasticavano,creavano avventure,affrontavano mille nemici. Il sogno in comune di andare a Milano.Fare soldi con i libri,diventare famosi, lavorare con Spielberg o Tarantino,no vabbè...Francesco , come suo padre, amava il cinema d'impegno politico. Voleva usare i generi per fare propaganda politica. Non andavano d'accordo su quel punto,ma d'altronde erano gli unici ad avere pensieri titanici e oltre il confine della vita piatta,monocorde,noiosa del loro paese.
"Entra,sei il benvenuto"Dice Francesco. La voce gli sembra più o meno uguale a quella di Marco.
Buio. Profondo,assoluto,totale. Nonostante la casa sia decisamente piccola, a Ruggero pare che non abbia mai fine. Quelle tenebre non finiscono mai,sono eterne. Fredde,gelide. "Mi inghiottirà questa casa" Pensa, tremando, Ruggero
"Come stai ?"Domanda la creatura con le sembianze del suo amico.
"Bene"Mormora De Felice. Un vento leggero e graffiante,con il suo sibilo assomigliante al pianto delle anime dei demoni arriva alle sue orecchie.
Si  gira per cercare l'uscita,ma non c'è. Svanita. Tutto nero.
"Accomodati pure"Francesco indica un punto che solo lui riesce a vedere
"Ci manca la gag di Fantozzi"Pensa ridacchiando isterico tra sè Ruggero.
Dal buio emerge lentamente una sedia. Ruggero si siede.

"Ti ricordi il bosco?"Domanda Francesco
"Si"
"Bei tempi,vero?"
"Belli"
"Quante storie abbiamo inventato,quante avventure.Ti ricordi?Tutti che volevano fare gli imprenditori,aprire attività,fabbriche . Noi volevamo fare gli scrittori. Vivere di parole. Per questa gente un peccato mortale."l'amico di Ruggero ride ad alta voce.
Gli altri dove sono finiti? De Felice si guarda intorno. Non ci sono più ,eppure se si sforza...Li sente! Lo stanno controllando,spiando. Per quale motivo?
"Erano bei tempi.E avevamo anche una morale intonsa,come cantava il tuo Guccini"Risponde Ruggero.
"Oh,si quanto pensavamo di essere diversi dagli altri. Non ci piaceva lo sport, non ci interessavano le macchine, o le carriere nelle multinazionali. A noi bastava il bosco e parlare. Quante cose ci siamo confessati , vero?"
"Vero,come fanno gli amici"Conferma lo scrittore.
"Sognavamo di diventare come Lovecraft,London, Howard, io amavo molto anche Virginia Woolf..."
"E Marx ,Lenin,il libretto rosso di Mao..."Ride Ruggero.
"Piacevo a tuo padre, per questo motivo."Rammenta Francesco
"Non ne andrei particolarmente fiero"Taglia corto De Felice.
"Sognavamo Milano. Ti ricordi?"
"Si."
"Eravamo bravi?"
"Come?"
"Si: eravamo bravi?Cioè, a parte la passione o la fantasia...Eravamo davvero bravi,come scrittori?"
"Non capisco,cioè...Si,perchè no?"
"Volevamo essere come Howard o Lovecraft, eppure...Cosa ci mancava?Cosa poteva davvero farci diventare scrittori veri e non "scrittori da bosco"?"
"Ma ..Francesco, avevamo quel blog..Non rammenti?Pubblicavamo le nostre storie!"
"E allora?Questo ci faceva diventare automaticamente scrittori?Non esiste nessun tipo di filtro esterno,di critica."
"Sono i nuovi sistemi.La vita cambia ,tutto si modifica..."
"Anche l'amicizia?"
Ruggero deglutisce,il suo cuore ha un sobbalzo.
"L'amicizia?"
"L'amicizia."
"No..."
"Ti credo! Tu non mi ruberesti mai una storia, l'unica veramente con un suo potenziale economico.."
"Economico?Solo..."
"Si,solo economico.Un giorno mi sono reso conto di avere la testa piena di storie,e il cuore gonfio di militanza politica.Ma di essere mediocre.Di non essere per nulla uno scrittore vero."Al massimo ,mi son detto,potrò fare i soldi con qualche porcata" e così ho scritto quella roba...."
"Re senza corona?"
"Si,si. Una porcata,con tanto falso moralismo.Ho lasciato spazio al disgusto verso me stesso.La storia di un mediocre che ottiene un effimero successo televisivo. Ci ho messo un po' di Forum,Striscia,perchè tutti vedono questi programmi. E tanta banalità. Insomma un best seller assicurato."
"Era una grande accusa..."
"Ma quale accusa Ruggero!Sai come invecchiano gli idealisti?Bene perchè sanno tante cose che gli altri ignorano.E malissimo, perchè sono soli."
Re senza corona ,il libro che per un po' di tempo aveva reso popolarissimo Ruggero. La storia di un ragazzo che da opinionista a Forum si lancia nel mondo dello spettacolo,aggredisce inviati di Striscia la Notizia,provoca il suicidio della sua fidanzata e alla fine....
"I ricordi lo uccidono"Mormora Ruggero.
"Come?"Chiede Francesco.
"Niente,niente. Dovremmo tornare ai tempi del bosco e delle nostre storie.La vita di artista è altro.Noi siamo troppo mediocri anche per far gli intellettuali"
"A Milano ti sei trovato bene?Hai fatto soldi...."
"Li ho persi ,Francesco.Li ho persi. Tutti. Ora ,scrivo...."
Ruggero si blocca.Un rumore fortissimo. In mezzo a quel buio assoluto e profondo non riesce a capire da che parte arrivi.
Un tonfo pesante,poi qualche secondo di silenzio,infine una scarica di colpi durissimi. Come delle mani che prendono a pugni una porta.
Francesco è terrorizzato.
"Sono qui...Ci hanno scoperto!"Il volto del suo ex amico ora è nitido,reale.Non è più una strana creatura con un viso non messo a fuoco bene e con una voce standard,aliena alla vera identità di Francesco. Ora è proprio il suo amico a stargli davanti.
"Chi sono?"Domanda Ruggero"
"Loro!Loro!"Urla Francesco.

Ruggero suda freddo. Paralizzato. I colpi aumentano,come se si aggiungessero altre mani.
Improvvisamente le tenebre sono tagliate da un fascio di luce. Scorge fuori un pezzo del villaggio.
Ruggero si avvicina e...
Urlando fa un salto indietro.L'ha intravisto , per poco e di sfuggita.Ma là fuori,con gli occhi iniettati di sangue e una faccia da creatura degli inferi...C'è lui!

domenica 20 gennaio 2013

NEL BOSCO,GIOVANE RUGGERO,AMICI

Mentre segue Marco per andare a casa, (quale casa? Si domanda inquieto), Ruggero nota un cambiamento del bosco. Non sa spiegarlo bene, non riesce,perchè di botanica non sa nulla. Eppure sente una sorta di richiamo,qualcosa di famigliare.
"Mamma dice cosa fai tutto il giorno qui?"Chiede Marco
Ruggero guarda il ragazzino: ha ancora i capelli biondi e lunghi,ma il viso...Sfuocato,come quando fai le foto e ti trema la mano.Cosa è quella cosa?E perchè lui non è terrorizzato?
"Penso"Risponde lo scrittore
"Pensi?"Ribatte la cosa con le fattezze di suo fratello.
"Penso,cosa c'è?Ti sembra una brutta cosa?"
"La mamma dice che quelli che pensano non fanno. Perchè non puoi andare in centro a far vedere i soldi che hai fatto con il duro lavoro,non ti pare?"
"Ma pensare è un lavoro,accidenti se lo è!"
"Davvero?E che tipo..."
"Di lavoro?"
"Si,di lavoro sarebbe?"
"Il migliore:quello di liberarti. Sai che vuol dire esser libero?"
"Giocare nel Milan,fare i soldi e girare il mondo"
"Si,Marco...quello. No,ma io dico un'altra cosa..."
"Come papà?La sua rivoluzione che tanto gli fa male al fegato?"
"Anche,no..Ma io parlavo della mia idea di libertà.La parola e il pensiero non sono cose campate in aria come pensa la mamma. Noi non siamo nati solo per produrre oggetti e venderli al doppio del loro reale valore." Una strana gioia,un senso di benessere diffuso occupa ogni piccolo spazio dell'anima di Ruggero.
Il bosco! Vecchio luogo sacro,per un ragazzino tanto fragile  quanto forte quando si ritirava qui e fantasticava. Storie,quante straordinarie storie! Ha viaggiato per mare,combattuto demoni,conquistato donne meravigliose. Tutto qui,in questo bosco. Il mondo girava intorno a lui, la madre sempre arrabbiata per la vita che non ha avuto,perchè il benessere in quei posti è quasi un obbligo e lei invece non è mai salita sulla scala dell'avanzamento nella società della ricchezza per tutti.
Il padre ,forse un po' gli somiglia,ma tutte quelle assurde pretese di altruismo politico,quel dividere e vivere con gli altri e in mezzo agli altri non gli piaceva affatto. Lui viveva per fantasticare,vivere in mondi lontani ,pieni di mostri giganti, robot, avventure mozzafiato.
"E sopratutto ..Ecco,come dire?La mamma...Si,ecco...Ma tu sei frocio?"Chiede arrossendo quella cosa chiamata Marco.
"Come?"
"Perchè qui nel parco stai sempre con quel tipo ..Si,dai è quello non normale..Con tutti quei libri! E non ama nemmeno giocare a pallone!"
"Di chi..."Chiede Ruggero. Poi un dolore fortissimo,come se la sua coscienza bruciasse in un inferno di ghiaccio bollente e urlasse senza voce un perdono impossibile da far sentire a qualcuno che abbiamo distrutto e tradito.
"COME HAI FATTO SUCCESSO,RUGGERO?"Tuona una voce nel suo cervello
"Il libro è mio!!!"Grida De Felice
"Cosa?"Chiede Marco..Ma la voce non è sua. E' quella di Francesco
"Fra....Io..."La voce non esce.Eppure ci sarebbero tante cose da dire,sente esplodere nello stomaco dolore  dispiacere .La gola brucia,le lacrime cercano spazio,ma non trovano sbocco.
"Francesco!Ecco come si chiamava! Che fine ha fatto?Mamma dice che sarà finito a fare il pirla in qualche gay pride,d'altronde si stupisce che tu non l'abbia seguito"
"L'ho visto al bar"Mormora Ruggero
"Al bar?Tu?Quando..."
"Cinque anni fa a Milano."

Ruggero ricorda la scena e sente una infinita pena per sè stesso e per la sua vita. Era entrato in quel bar con una delle sue facili conquiste,il successo regala tante cose piacevoli,no?E lui era lì. Lo seguiva da un po' di tempo. Non diceva nulla,voleva solo che si ricordasse quanto il suo effimero successo,dipendesse da lui. Gli aveva rubato l'idea ,anzi no...Tutta la storia!

"Milano?Ma se non esci mai di qui. Nemmeno papà. Lui sta sempre in garage a sentire gli inni di quei maledetti comunisti,come dice mamma,e a dipingere. Un muratore pittore!Che buffo no?"

"No, no.Prima pensavo di sì! Ma papà,a differenza mia,tua e della mamma, aveva una grande speranza  e forza. Non si è mai arreso ai nostri tempi,mai! Si,puoi dire che abbia perso. Hai visto anche al funerale..Io avrei voluto.."
"Funerale?Ma di chi?Papà sta bene!Cosa cazzo hai in quella testa?"

De Felice si sente spaesato e terrorizzato. Dove sono finito?

Il bosco- rifugio della sua gioventù. Luogo sicuro e sacro ,dove nascevano ogni giorno vite diverse e meravigliose era svanito.
Si trova nella via dove aveva perso per la seconda volta suo fratello Marco.
Achille abbaiava,la coda si agita in segno di saluto.

"Ciao Achille!"Grida Ruggero ridendo e piangendo,piangendo e ridendo.

"Ruggero,non entri in casa?"Una voce lo chiama. Sembra famigliare

Lo scrittore si volta verso una di quelle casette in pietra che spopolano in quel paesino di merda.

"Ciao Ruggero! Benvenuto a casa!"Francesco gli sorride tenendo il suo braccio destro intorno alle spalle di Marco. Dietro di loro una ragazza e un vecchio uomo.

La paura non basta per spiegarvi cosa provi l'uomo. Sono lì,sono tutti lì. E sono venuti per strappargli la sua nera,spietata,stupida,crudele ,anima.

domenica 13 gennaio 2013

PRIMO BRUTTO RICORDO:MARCO

Dove è finito?Ruggero piegato in due dalla fatica tenta di rimembrare la direzione presa dal ragazzino. C'è qualcosa che non torna ...L'aveva seguito in salita per una viuzza che concludeva all'interno di una piazza, (quante piazze ha questo paese?Possibile che sia così vasto?)ora c'è una trasversale a destra,un'altra di quelle vie strette e ripide che abbondano nei paesi di montagna.
Achille?Non lo sente nè  vede più. Decide di cercare la sua jeep e partire, cosa ci fa in quel posto così incasinato?Si,certo! La jeep!Ma dove l'ha parcheggiata?Dove si trova precisamente ora?"Ok,torno indietro. Non può cambiare la strada alle mie spalle"Così si volta e parte convinto di camminare lungo la via che ha percorso rincorrendo quel maledetto ragazzino.
"Aveva i capelli corti,bruni,come...No,lunghi e biondi..No.."La mente cerca di portare a galla il viso di quel fanciullo,ma comprende di non riuscire a dar un volto preciso al ragazzino.
Da quanti giorni è fermo in questo paesino?Gli sembra di rammentare una notte turbolenta,con tanto di attacco misterioso da parte di una forza ostile e sicuramente non umana. Un brivido freddo scorre come corrente elettrica lungo la sua spina dorsale.
Un momento...Ma da quando c'era un negozio di alimentari sulla sinistra ?Quella viuzza del cazzo era la tipica strada con le case in pietra. Ed è idea sua o si sta muovendo il terreno sotto i suoi piedi.La strada pare un animale che respira e si muove.Si sente trascinare verso il basso,piccole onde sotto i piedi gli fan quasi perdere l'equilibrio.Quasi.
Un urlo gli si blocca in gola. Troppo terrorizzato per gridare. Corre,mossa stupida e senza senso,ma che altro potrebbe fare? Corre!
Il paese è vivo e si modifica.Crollano case e se ne formano altre,le vie cambiano direzione. L'Altrove è così?
Le sue gambe lo portano lungo un sentiero di montagna:stretto e immerso,sperduto ,all'interno di un bosco fitto.Ci manca solo di perdersi in un luogo simile..Scivola,tenta da Fantozzi provetto quale è di mantenersi in equilibrio, ma cade rovinosamente a terra e rotola,rotola,rotola, si ferma sul bordo di un ruscello.
Si mette a sedere , faticosamente , prende la testa fra le mani e comincia a piangere a bassa voce.
"Ruggero!Ruggero!"Una voce. Giovane, allegra.

De Felice si volta per scrutare da donde giunge il richiamo. Un ragazzino con un pallone in mano , è fermo all'inizio del sentiero che porta al torrente.
Il fanciullo scende abilmente il rapido sentiero e si ritrova al cospetto dello scrittore.
"Ciao..."Mormora l'uomo
"Eh,lo sapevo.Sei sempre qui.Sai che dopo la mamma si arrabbia?"Dice con tono paternalistico il giovane calciatore.
"Oh,certo..Ma sono andato dal giornalaio,solo che..."
"Solo che ci sei andato dopo un paio di ore.Ti sei come sempre perso nelle tue camminate eh?Non c'era più la Padania e mo la senti! Comunque ci son passato io. Scrivi ancora?"Chiede Marco
"Ehm..Si,si , cioè...Scrivo,ma..."
"La mamma dice che è una perdita di tempo,sai?Non lo so.Però penso che dovresti iscriverti a qualche scuola di calcio,come me. Guarda è bello ci son tanti altri ragazzini..."Non finisce la frase
"No,no!Odio stare con gli altri ragazzini.Ho i libri e poi non sono solo.."
"Non sei solo?"
"No"
"No?Guarda che gli amici immaginari non contano. Te lo dico, come fratello maggiore."
"Sto bene così, credimi."
"Boh la mamma dice...."
"NON ME NE FREGA UN CAZZO! UN CAZZO ! NON ME NE FREGA NULLA DI LEI! VOLEVA UNA BAMBINA?SONO NATO IO! COSA DEVO FARE?COSA POSSO FARCI?COSAAA!!!"Urla Ruggero mettendosi in ginocchio e picchiando l'erba con i pugni
Il pianto è forte,violento,si sente scuotere dai singhiozzi,sente il peso assoluto e totale della solitudine.
"Vieni a casa , Ruggero. Ci penso io alla mamma, ok?"Il tono dolce del fratello,la sua mano che delicatamente sfiora il suo viso,calmano l'uomo.
Così alzandosi in piedi e lasciandosi portare dal ragazzino,  prende la strada per casa.


domenica 6 gennaio 2013

Il villaggio dei brutti ricordi:prologo,parte prima,e..


Tamburellando con le dita sulla scrivania Ruggero De Felice,cerca di vincere la noia della riunione con gli altri colleghi. Un gruppo di esaltati,fanatici,pervertiti delle storiacce fantastoriche. Quante palle clamorose hanno inventato in anni e anni di lavoro in comune!Anzi,a essere sinceri erano sempre le stesse storie:Ufo e Templari.
Ruggero si accende la sigaretta,la numero quaranta del giorno,la testa completamente vuota e lo sguardo fisso sul gigantesco orologio attaccato alla parete con la raffigurazione di Mussolini.Roberto,il conduttore, è figlio di un uomo che campa facendo souvenir del Duce in quel di Predappio.Un ricordo famigliare,più che politico
Al pensiero della famiglia il pennivendolo De Felice ,di professione autore di immani castronerie, si interroga mentalmente su quanto tempo sia passato dall'ultima visita,ma la domanda troppo impegnata viene presto scordata.Il suo paese lasciato anni e anni fa,da quanto tempo non ci ritorna?Meglio così.Non ha lasciato niente che valga la pena ritrovare.


"Un villaggio completamente scomparso"La voce del produttore Gariboldi arriva da lontano.Poteva rimanerci. Ruggero strappato dal mondo delle sue fantasie ,guarda stordito il vecchio rampante coglione destronzo che da anni produce quelle immonde vaccate per un popolo di teste vuote,ma purtroppo niente ossa rotte
"Come?Un villaggio scomparso?Cioè:case,strade..."
"No!Le case ci sono, ma che vai a pensare! Dico son sparite le persone. Nel nulla. Non ci sono notizie,ingoiate ...Si,ecco potremmo descriverla così:Ingoiate dal buio,un paese della Valmalenco,(Sondrio no?Bè uno di quei paesi dove parlano tutti con un accento idiota :popopo po),non si hanno più notizie:le case in ordine,le macchine posteggiate però nessuna anima viva in giro.Tu sei di quelle parti no?"
"Papà meridionale e mamma leghista"
"Bè,vai a farci un giro. Controlla quel paese,è una frazione di Caspoggio o qualcosa di simile.Odio la geografia,non ci tiri fuori una bella storia da vendere ai boccaloni con i mari ,i monti e robe simili.Scrivi un canovaccio per la fiction che trasmetteremo dentro al programma.Poi ci metteremo dentro gli Ufo..Tipo rapimento in massa da parte degli
alieni. Oppure pensavo anche ai Templari,una maledizione di quei tipacci.Cazzo i Templari mi fanno sempre orgasmare!
Roberto:"Niente,che ti devo dire?Sai già quello che devi fare,tanto basta dire Ufo o Templari e tutto fila liscio. Bè,buon viaggio Ruggero."
"Non ho capito,ma sta cazzo di storia dove l'hai sentita?"
"L'ho letta su yahoo news,oppure un social network ne riportava la storia..Non ricordo,ma è roba forte!Vai,guarda e poi inventiamo di sana pianta!"
"Così dalla dolce vita romana,mi mandi alla noiosa vita montanara. Ero così contento di essere andato via dal mio paese."Sbuffa Ruggero alzandosi e dirigendosi verso l'uscita



Parte prima



Un lungo viaggio in macchina.Snervante e stressante, non ama guidare Ruggero.Oltretutto lui preferisce da sempre il mare,magari dei Caraibi. Quei posti dove vanno gli italioti scimuniti e senza particolare fantasia,esattamente come lui. Ripensa a quando faceva l'opinionista a Forum,una sarabanda di reazionari placidi.Lui non era diverso dagli altri:famigliarismo,buonsenso spicciolo.Lì in trasmissione conosce una ragazza figlia di un tipo che da anni si barcamenava nel sottobosco dello spettacolo,un tipo furbastro.Tanto che la ragazza era finita nella trasmissione di Santa Rita proprio per purificarsi dalle cattive influenze paterne.Una tipa pallosa,avete presente le buoniste di destra?
Due palle!Bè,ne è valsa la pena.Il padre della ragazza lo infila da clandestino nel fantastico mondo del "vorremmo fare spettacolo".Lavora per la sua agenzia e attraverso ad essa si fa una certa reputazione:quella del figlio di puttana ladro.Vende illusioni a imbecilli e cretinette che non vogliono lavorare,ma guadagnare facile facendo tv o altro.Loro saranno stati
dei farabutti,ma i truffati non erano poveri cristi:operai che perdono il lavoro,negozianti che perdono l'attività,insomma gente seria.No,eran solo un mucchio di vanesi e troiette. Capita che una di queste comprenda che le conveniva ,( dopo aver fatto il troione con tutti i lavoratori dell'agenzia), recitare la parte della solita povera ragazza illusa ,faccia scoppiare uno di
quei casi pruriginosi che tanto piacciono in Italia. Scandalo,tapiro d'oro da parte di Striscia la Notizia- puntatone eccezionale con Ruggero che mena ferocemente sia Fabio che Mingo-proprio lì la svolta. A parte il suicidio della ragazza benpensante ,depressa perchè nemmeno Santa Rita era riuscita a cambiare il carattere e la vita del padre truffatore.Insomma, visto
che i tipi di Striscia finiscono davvero male ,per lui si aprono le porte del carcere. Però lui sfrutta abilmente la situazione. Benissimo, dandosi aria di decadente cinico e sprezzante. Folle di donnette bagnate e di ragazzetti adoranti lo trasformano in breve nell'eroe del momento. Culminante con Ruggero che spacca un Tapiro d'Oro in testa a Ricci.Altro processo e altro
giro,ma ormai il personaggio è costruito. La consacrazione arriva con la sua autobiografia e con le sue attenzioni manesche per i tipi de Le Iene. Eroe dei commercianti disonesti,dei furbetti del quartiere,dei menefreghisti rampanti, insomma di buona parte della cittadinanza italiana. Poi una serie di cazzate epocali,di vita trasgressiva da poveracci.Lentamente anche
il declino  e l'oblio. Però un amico gli dice del programma "Veramente!",deve scrivere storiacce del cazzo su temi più o meno storici o scientifici .Importante che non manchino mai-proprio mai- Ufo e Templari,che se no son cazzi!Ruggero accetta e così eccolo da dieci lunghi anni a Roma come autore fisso di quella trasmissione abominevole eppure tanto redditizia.

La strada è lunga,lunghissima, però sta arrivando. Le montagne, l'aria pulita della natura,i piccoli paesi che si riempiono di turisti di estate e di inverno. La sua casa, che pena!Potrebbe però vivere questi momenti come una vacanza. Dopotutto che storia del cazzo quella del paese con la gente scomparsa.Chissà perchè è partito!Ricorda solo che una voce nella sua mente
gli ha detto:"Parti,è  venuto il tuo momento"La voce era quella di quel pirla di Roberto. Si è anche voltato per vedere se davvero avesse parlato lui,ma Roberto era in piena pennichella!"Accidenti!"Perso nei suoi pensieri non si era accorto che il navigatore era partito completamente,rotto!Cazzo,ora come fare per arrivare a ... Afurisit Vis,che cazzo di un nome per un paese di
montanari!Mai sentito in vita sua. Ruggero cerca nervosamente la cartina,non dando importanza alla strada,quando alza gli occhi per un secondo vede un vecchio malconcio in mezzo alla strada.Frena di botta e si ferma a pochissimi centimetri dall'uomo anziano. Il vecchio si avvicina lentamente al finestrino,poi batte con le nocche della mano sinistra sul vetro. "Manca solo
la predica di un vecchio "Pensa tra sè De Felice. Così abbassa il finestrino della sua jeep,pronto a scusarsi immediatamente.
"Devi girare a sinistra e poi scendere. Li trovi il paese che cerchi"Dice il vecchio.
"Come?"Chiede Ruggero
"Sinistra,discesa e sei arrivato.Buona fortuna"Riprende il vecchio.
Come guidato da una forza estranea alla sua volontà lo scrittore preme sull'acceleratore e si avvia verso la svolta a sinistra.

Seguendo le indicazioni del vecchio finalmente Ruggero raggiunge il suo paese.Strade dimenticate dal tempo,strette che a stento la sua jeep cheyenne di sta minchia riesce a stare nella carreggiata.Imprecando contro quel paese,riconosce di prendersela con quello che era prima,insomma la classica figura di tipo che non ama ricordare il suo passato e origini.Quelli però mica aspettano buoni e pazienti che tu gli dia il benvenuto o il permesso di tornare a galla,no?I ricordi sono come gli stronzi,caro mio:galleggiano!Quindi eccolo il nostro Ruggero rammentarsi della sua infanzia montanara.Non arrivava nulla di quello che esplodeva in città,assolutamente nulla.Sentiva che dei giovani stavano facendo dimostrazioni,roba simile.Gentaglia,dicevano i vecchi del paese e così sia!Hanno parlato i saggi,signori miei.Quelli che andavano a troie in Svizzera,ma cazzo se erano tutori della pubblica virtù in quel posto tra le vacche,(nel senso di animali),e freddo.Anche in estate."Si sta bene da noi",ripetevano i vecchi saggi e intanto pagavano i biglietti aerei che conducevano i loro figli ai Caraibi.Lui si attaccava come poteva ai libri di scrittori "ganzi",come li riteneva lui:Bukowski,su tutti.Quella vita così fuori dal comune buon senso,dalle ipocrisie della religione ,lo attirava.Altri tempi.
Quando voleva scrivere grandi romanzi e vivere da Rockstar,invece...Eccolo lì il paese:un mucchio di casette in pietra con una via principale abbastanza larga da farla sembrare quasi una piazza allungata,la chiesetta che domina altezzosa e severa quelle case di vite anonime.Toh,pure un bar.Certamente uno di quelli alla vecchia maniera,cioè:inutile chiedere quando fanno l'happy hour..Parcheggia alla meno peggio la sua auto.Pensa al navigatore che si è fottuto,sarà in garanzia?Cazzo ne sa.Bè,qualcosa però ha fatto alla faccia dei vecchi saggi:Soldi!Soldi!Soldi! Non tantissimi e non facendo esattamente quello che avrebbe voluto fare,ma sapete come è?Talora non riusciamo a portare a termine i nostri sogni,quindi :ok,comunque vada e vada come deve andare.Niente di più,niente di meno.
Cammina su quelle strade che vanno arrampicandosi verso il cielo grigio e sempre sul punto di vomitare grandine e fastidio.L'aria purissima e la natura quasi ancora incontaminata di quel posto potrebbe anche essere un paradiso,ma non per lui. Si accorge,non senza una nota di dolente dispiacere,che fatica assai a camminare. Abituato ad andare sempre in macchina,anzi sulla sua Jeep Cheyenne.Ironia della sorte:una tribù di indiani,prime vittime della democrazia liberale in salsa yankee,dà il nome a una pacchiana invenzione tipicamente occidentale.Lui se ne frega,d'altronde queste affermazioni sono classiche degli sfigati che vorrebbero averne almeno dieci di quelle macchine e al massimo hanno una fiat del menga..
Il villaggio è assolutamente vuoto,quindi Roberto e Gariboldi non avevano detto una minchiata.Poteva essere abbandonato da secoli magara...Che ne sa !Si guarda in giro e si avvia verso una casa.Appena tocca la porta,essa si apre e lui si ritrova sull'uscio dell'abitazione. Indeciso se entrare o no,rimane fermo per un paio di minuti abbondanti.
"C'è qualcuno?"Domanda cretina tipica delle vittime nei film horror.Magari ora esce uno zombi e lo divora!Invece nulla.Silenzio,troppo pesante.Un brivido ,come una brutta sensazione corre lungo la sua schiena.Ok,entra:piano piano piano.Appoggiando le punta dei piedi,manco fosse una cazzo di ballerina da Scala.Buio,cosa fare?Lentamente muove la mano per cercare un interruttore,eppure è mattina e un sole seppure pallido illumina pigramente il villaggio.In quella casa invece:tenebre,buio profondo.Avvicina le dita al muro e strisciandole  piano lungo la superficie cerca un bottone,un pulsante che porti la luce là dentro.E se qualcosa lo afferrasse ora?Il cuore batte forte e lui suda...Poi la luce!Improvvisamente. Si accorge che  si trova all'interno di un piccolo corridoio. che da direttamente verso la sala-cucina. Sulla destra quello che lui pensa sia il bagno e a sinistra sicuramente una stanza da letto. Fa pochi passi verso la sala-cucina.Il posto sembra ordinato,non c'è polvere.Seppure qualcosa possa fare credere che nessuno abiti quelle quattro mura da secoli.Due tazze da latte,ben pulite. Tutto in ordine.Si avvicina al bagno,stessa considerazione e ovviamente anche per la camera.
Forse stavano preparando la colazione prima di svanire.Cosa è successo in quel posto?"E chi cazzo se ne frega!"Si dice tra sè e sè e quindi manco fosse Beep Beep reincarnato si mette a correre verso la sua Jeep,poi veloce verso la civiltà e la salvezza!
Arrivato a bordo Ruggero cerca di far partire il mezzo.Niente da fare.La retromarcia non funziona e neppure il cambio automatico.Picchiando nervosamente sul volante,esce e si siede con la schiena contro la portiera del guidatore.Occhi chiusi e pensieri confusi,poi sente qualcosa che si avvicina...Apre gli occhi e non vede nulla.Si alza lentamente e gira la testa verso destra e sinistra,cosa cavolo è stato?
Poi di nuovo quel leggero rumore,cosa diavolo potrebbe mai essere?Un campanello sembra o qualcosa di simile.Come qualcuno o qualcosa che si aggira furtivo e guardingo intorno a lui,e allora perchè tenersi addosso quel campanellino?

Cerca istintivamente con la mano sinistra  il pacchetto di sigarette che tiene nella tasca dei pantaloni...Niente,trova solo il suo fazzoletto!Mentre se lo porta alla faccia per passarselo sulla fronte,qualcosa di terribilmente veloce lo strappa via dalla sue mani e si allontana correndo velocemente.
De Felice per una frazione di secondo intravede la cosa:un cane!Un dannatissimo cane,con un fottutissimo campanello attaccato al collare,che se ne va allegro con il suo fazzoletto in bocca.
L'uomo lo rincorre con immensa fatica vista la poca dimesticatezza con lo sport,a parte quello di bere,mangiare,caricare mignotte e fumare.Quanto cavolo è grande quel villaggio?Pareva un minuscolo paese di montagna e invece quante viette,vie...Mah!
Alla fine giunti in cima alla chiesa il cane si ferma ,davanti al cimitero.Bel posto,complimenti bestiaccia!Questo pensiero è il primo a venire in mente allo scrittore.
Il cane fermo scodinzolante,come se lo conoscesse è una sorta di incrocio:un volpino e un terrier,come cavolo si chiamano quei cani piccoli  e scassa minchia?Bè,quello continua ad agitare la coda e a tenere il fazzoletto in bocca.Poi si sdraia per terra,nelle zampe anteriori lo straccio di cotone ,altrimenti detto fazzoletto,tanto caro a Ruggero.Il cane pare non dar attenzione all'uomo,ma se voi doveste controllare le "sopra ciglia" della bestia notereste che son sempre in movimento e la coda si muove festosa,nonostante quando De Felice ha raggiunto la bestiola ,essa cominci a ringhiare.
"Cazzo,questo gioco stupido lo faceva anche Achille"Dice tra sè lo scrittore.Strano,pensa,da quanto tempo non mi veniva in mente il mio cane.L'ultima volta era su una strada e lui con la macchina si allontanava,in albergo non volevano i cani,la tipa che si faceva in quel periodo non amava i cani,si era stancato di portarlo fuori 4 volte al giorno,disturbava i vicini?Boh,sapeva solo che l'aveva abbandonato.Non aveva provato vergogna,non è uomo da sensi di colpa e perchè mai?Solo in quel momento ,per un brevissimo momento,avverte la forza violenta dell'atto ignobile che aveva commesso.Anni e anni fa,un brutto ricordo chiuso a chiave in cassa forte ,nella banca dei segreti.
Ora eccolo lì davanti in carne ed ossa.Però,pensa,come cazzo è possibile che sia lui?Sono passati minimo 25 anni o qualcosa di simile.No,è solo un cane che somiglia al suo.Certo!Quindi:cane =padrone.Da qualche parte nel villaggio c'è anima viva,o almeno spera che sia viva!
Il cane si avvicina scodizolando e comincia a fare feste,in quel particolare modo che solo le bestiole sanno fare,hai presente la gioia che balla?Bè,allora stai vedendo un cane.
Ruggero raccoglie il fazzoletto,accarezza il cane e si allontana. Il quadrupede non è per nulla intenzionato a mollare il suo amico bipede.Forse è da tanto tempo che aspetta il suo ritorno,fatto sta che lo segue abbaiando e muovendo la sua coda. Inutile correre o nascondersi,tanto quel segugio in versione tascabile lo ritrova subito.
Non rimane che accettare la sua compagnia,che altro fare?

Ora:che fare stanotte?Dormire sulla sua prestigiosa Jeep Cheyenne?Entrare nella casa perlustrata la mattina appena passata?Mah,pigramente si mette a pensare.Il cane ai suoi piedi,lui ogni tanto gli dà una carezza,distrattamente.

Visto la sua lentezza nell'elaborare un piano per la notte,non fa altro che lasciarsi trascinare dal dolce richiamo del sonno.Mentre si trova nella terra di nessuno del dormiveglia,una finestra appartenente a una casa situata alla sua sinistra si illumina e un paio di figure si mettono a guardare  fuori,con timidezza e quasi paura.Appena Ruggero si sveglia di botto e guarda da quella parte la luce scompare e anche le due presenze.L'uomo stordito non comprende:c'è qualcuno o no?Il ringhio basso,ma continuo del cane gli fa propendere per la prima ipotesi.Una presenza minacciosa,forse frutto della sua fantasia,si aggira nel paese.Sudando freddo,con i nervi pronti a crollare, Ruggero cerca di decifrare i rumori della notte...Quello che sente è vento o sono voci che bisbigliano parole di morte e disperazione?Achille continua a ringhiare forte.L'uomo si alza lentamente.Non è troppo lontano dalla sua jeep,potrebbe farcela.Ormai è certo mica è il vento quella cosa che sente passare velocemente tra le vecchie case,la strada e lui.Così prende fiato e si prepara a correre verso la sua salvezza,"Uno,due...tre!"Ruggero corre a perdifiato contro la jeep,l'apre si butta dentro e chiude.Fuori il cane si agita spaventatissimo,ma lui non ha intenzione di aprire.Ora è al sicuro!Che si divertano con quella bestia ,le presenze ostili che gravitano intorno al paese.De Felice è sordo alle suppliche canine.Ora può vederli,e se non vederli immaginarli:qualcosa di veloce,crudele,ridanciano e sopratutto:affamato!Achille si dispera come solo le povere bestiole sanno fare,Ruggero se ne frega e si tappa le orecchie.Improvvisamente la sua mano sinistra apre la portiera e il cane salta dentro.Uno scossone violento come qualcosa di grosso e tamarro andasse contro la portiera per afferrare il cane."Cazzoooooo!!!"Urla Ruggero.
Poi il silenzio.



Alla mattina ,mentre cammina per le strette vie del paese, si chiede se quello vissuto la notte precedente fosse vero o solo frutto della sua fantasia.La portiera della jeep  non mostra nessun segno del violento scontro con la misteriosa creatura,ma Ruggero è convinto di non aver sognato. Cerca di mettersi in contatto con Roberto o il produttore,ma il suo nuovissimo e costosissimo cellulare non funziona:non c'è campo! Guardando Achille prova vergogna per sè stesso,lo voleva abbandonare una seconda volta!Che razza di infame! Il cane invece sembra essersi dimenticato di tutto e corre allegro accanto all'uomo.
Improvvisamente un pallone sfiora il suo volto.Lo scrittore rimane stupito per qualche secondo:"Cosa succede?"Poi vede la palla,un vecchio e malandato pallone di calcio,che si ferma ai suoi piedi.
Ruggero si guarda intorno incazzato,dove sta quella piccola peste che gli ha lanciato addosso la palla?Una figura ,forse umana,scappa velocemente verso una via che porta alla parte superiore del paese. De Felice la nota di sfuggita e si butta all'inseguimento,vanamente:l'ha persa.

Fermo a rinfrescarsi il volto alla fontana situata in quella che dovrebbe essere il centro paese,Ruggero ripensa a suo fratello.
Marco era un vero campione di calcio,una promessa,la gloria paterna.Sicuramente avrebbe avuto una carriera formidabile se un incidente in bicicletta non avesse messo fine a ogni sogno.Così si era dovuto accontentare di un lavoretto modesto come impiegato,una vita che non amava,l'alcol,le risse e una fine tristissima:suicidio o forse incidente.Poca gente al funerale di Marco,lui non c'era.Doveva presentare al pubblico un suo libro o una cosa simile.

Bè,non che la vita sia stata più giusta con lui.Almeno così si giustifica l'uomo. Sa che i sensi di colpa sono roba da preti e combriccola ,ma non per la gente. Lui non si è mai sentito in colpa per nulla,ha vissuto come poteva e come doveva..
Frastornato dal caldo si siede sul marciapiede di fronte alla sua jeep.La stanchezza lo prende all'improvviso,non che abbia dormito molto la notte passata. Si strofina gli occhi,ma fatica a tenerli aperti. Poi...Davanti alla sua cheyenne del cazzo c'è un ragazzino.Magro,alto,biondiccio. Un capellino rosso sulla testa,che non copre del tutto i lunghi capelli biondi ,una maglietta rossa e dei pantaloni forse jeans neri.
"Marco?"Chiede a bassissima voce Ruggero.Il ragazzino scappa inseguito da Achille.

Ruggero si getta alla rincorsa del ragazzino, si chiede quanto sia grande questo cazzo di villaggio visto che ogni volta gli pare che i vicoli si moltiplicano.Per la seconda volta si è lasciato scappare il ragazzino.