domenica 20 gennaio 2013

NEL BOSCO,GIOVANE RUGGERO,AMICI

Mentre segue Marco per andare a casa, (quale casa? Si domanda inquieto), Ruggero nota un cambiamento del bosco. Non sa spiegarlo bene, non riesce,perchè di botanica non sa nulla. Eppure sente una sorta di richiamo,qualcosa di famigliare.
"Mamma dice cosa fai tutto il giorno qui?"Chiede Marco
Ruggero guarda il ragazzino: ha ancora i capelli biondi e lunghi,ma il viso...Sfuocato,come quando fai le foto e ti trema la mano.Cosa è quella cosa?E perchè lui non è terrorizzato?
"Penso"Risponde lo scrittore
"Pensi?"Ribatte la cosa con le fattezze di suo fratello.
"Penso,cosa c'è?Ti sembra una brutta cosa?"
"La mamma dice che quelli che pensano non fanno. Perchè non puoi andare in centro a far vedere i soldi che hai fatto con il duro lavoro,non ti pare?"
"Ma pensare è un lavoro,accidenti se lo è!"
"Davvero?E che tipo..."
"Di lavoro?"
"Si,di lavoro sarebbe?"
"Il migliore:quello di liberarti. Sai che vuol dire esser libero?"
"Giocare nel Milan,fare i soldi e girare il mondo"
"Si,Marco...quello. No,ma io dico un'altra cosa..."
"Come papà?La sua rivoluzione che tanto gli fa male al fegato?"
"Anche,no..Ma io parlavo della mia idea di libertà.La parola e il pensiero non sono cose campate in aria come pensa la mamma. Noi non siamo nati solo per produrre oggetti e venderli al doppio del loro reale valore." Una strana gioia,un senso di benessere diffuso occupa ogni piccolo spazio dell'anima di Ruggero.
Il bosco! Vecchio luogo sacro,per un ragazzino tanto fragile  quanto forte quando si ritirava qui e fantasticava. Storie,quante straordinarie storie! Ha viaggiato per mare,combattuto demoni,conquistato donne meravigliose. Tutto qui,in questo bosco. Il mondo girava intorno a lui, la madre sempre arrabbiata per la vita che non ha avuto,perchè il benessere in quei posti è quasi un obbligo e lei invece non è mai salita sulla scala dell'avanzamento nella società della ricchezza per tutti.
Il padre ,forse un po' gli somiglia,ma tutte quelle assurde pretese di altruismo politico,quel dividere e vivere con gli altri e in mezzo agli altri non gli piaceva affatto. Lui viveva per fantasticare,vivere in mondi lontani ,pieni di mostri giganti, robot, avventure mozzafiato.
"E sopratutto ..Ecco,come dire?La mamma...Si,ecco...Ma tu sei frocio?"Chiede arrossendo quella cosa chiamata Marco.
"Come?"
"Perchè qui nel parco stai sempre con quel tipo ..Si,dai è quello non normale..Con tutti quei libri! E non ama nemmeno giocare a pallone!"
"Di chi..."Chiede Ruggero. Poi un dolore fortissimo,come se la sua coscienza bruciasse in un inferno di ghiaccio bollente e urlasse senza voce un perdono impossibile da far sentire a qualcuno che abbiamo distrutto e tradito.
"COME HAI FATTO SUCCESSO,RUGGERO?"Tuona una voce nel suo cervello
"Il libro è mio!!!"Grida De Felice
"Cosa?"Chiede Marco..Ma la voce non è sua. E' quella di Francesco
"Fra....Io..."La voce non esce.Eppure ci sarebbero tante cose da dire,sente esplodere nello stomaco dolore  dispiacere .La gola brucia,le lacrime cercano spazio,ma non trovano sbocco.
"Francesco!Ecco come si chiamava! Che fine ha fatto?Mamma dice che sarà finito a fare il pirla in qualche gay pride,d'altronde si stupisce che tu non l'abbia seguito"
"L'ho visto al bar"Mormora Ruggero
"Al bar?Tu?Quando..."
"Cinque anni fa a Milano."

Ruggero ricorda la scena e sente una infinita pena per sè stesso e per la sua vita. Era entrato in quel bar con una delle sue facili conquiste,il successo regala tante cose piacevoli,no?E lui era lì. Lo seguiva da un po' di tempo. Non diceva nulla,voleva solo che si ricordasse quanto il suo effimero successo,dipendesse da lui. Gli aveva rubato l'idea ,anzi no...Tutta la storia!

"Milano?Ma se non esci mai di qui. Nemmeno papà. Lui sta sempre in garage a sentire gli inni di quei maledetti comunisti,come dice mamma,e a dipingere. Un muratore pittore!Che buffo no?"

"No, no.Prima pensavo di sì! Ma papà,a differenza mia,tua e della mamma, aveva una grande speranza  e forza. Non si è mai arreso ai nostri tempi,mai! Si,puoi dire che abbia perso. Hai visto anche al funerale..Io avrei voluto.."
"Funerale?Ma di chi?Papà sta bene!Cosa cazzo hai in quella testa?"

De Felice si sente spaesato e terrorizzato. Dove sono finito?

Il bosco- rifugio della sua gioventù. Luogo sicuro e sacro ,dove nascevano ogni giorno vite diverse e meravigliose era svanito.
Si trova nella via dove aveva perso per la seconda volta suo fratello Marco.
Achille abbaiava,la coda si agita in segno di saluto.

"Ciao Achille!"Grida Ruggero ridendo e piangendo,piangendo e ridendo.

"Ruggero,non entri in casa?"Una voce lo chiama. Sembra famigliare

Lo scrittore si volta verso una di quelle casette in pietra che spopolano in quel paesino di merda.

"Ciao Ruggero! Benvenuto a casa!"Francesco gli sorride tenendo il suo braccio destro intorno alle spalle di Marco. Dietro di loro una ragazza e un vecchio uomo.

La paura non basta per spiegarvi cosa provi l'uomo. Sono lì,sono tutti lì. E sono venuti per strappargli la sua nera,spietata,stupida,crudele ,anima.

Nessun commento:

Posta un commento